giovedì 12 febbraio 2015

Quattro chiacchiere con: intervista ad Andrea Dallavilla

Per l'intervista di questa settimana abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Dallavilla. Campione italiano rally nel 1997 con la Subaru Impreza Gr. A e protagonista di rilievo del mondiale junior con la Fiat Punto S1600. Ha disputato 199 gare in carriera ed è un pilota per cui non servono certo presentazioni. Come di consueto gli abbiamo rivolto dieci domande che spaziano dal passato al presente ed ecco quello che ci ha risposto.


1-Nel 1997 sei diventato campione italiano con la Subaru Impreza. Innanzitutto che ricordi hai di quest'auto? Nel corso degli anni il campionato e le gare hanno subito molti cambiamenti, secondo te manca qualcosa alle gare moderne che invece c'era negli anni passati? Perchè? 

 A- Ho dei bellissimi ricordi della Subaru WRX Gr.A con la quale ho vinto il campionato italiano nel  1997. Quell’anno tutto è andato a meraviglia: io, il navigatore ed il team eravamo al top..   E’ stato un anno che non dimenticherò mai , circondato da tanti amici e tifosi che mi hanno seguito in tutte le gare.   Le gare di oggi hanno un chilometraggio di P.S. più corto rispetto al passato, quindi ora vale andare a “tutta” già dalla prima prova speciale.  Le auto del passato avevano assetti meno performanti, pertanto il pilota era tenuto ad effettuare maggiori correzioni di guida, inoltre il rombo del motore faceva la sua parte.

 
2-Un'altra delle tue passioni in cui hai gareggiato è il ciclismo. Che cosa ami delle due discipline? Quali valori si possono insegnare con questi due sport? 
A- Ho praticato ciclismo per alcuni anni e devo ammettere che mi è servito molto per migliorare la mia resistenza fisica, il metodo di  allenamento e anche per affinare le traiettorie. L’automobilismo mi procura l’adrenalina, la velocità è eccitante e perciò mi sento realizzato.  La bici è fatica pura...  sono due sport diversi,  quello che conta è la passione..   La bici ti insegna che senza sacrificio e costanza non si può vincere. L’automobilismo , ormai, è uno sport per pochi.
3- Il fondo che si trova nelle Marche risulta essere molto duro e compatto al punto che a volte si possono trovare i segni delle gomme nelle zone di frenata. Cosa pensi di questo fondo particolare e quali difficoltà crea in voi piloti per quanto riguarda la guida e la scelta delle gomme?

A- Il fondo delle Marche è duro e abrasivo quindi ti porta a fare scelte di gomme a mescola più dura e anche a tenere assetti più rigidi (purchè il fondo non sia troppo sconnesso).

4- Correre nel JWRC ti avrà sicuramente fatto maturare nuova esperienza in ambito agonistico, cosa ti porti di questo bagaglio anche oggi?

A- Correre nel campionato del mondo JWRC mi ha insegnato a dare molta importanza alle ricognizioni: è fondamentale essere in grado di fare  la giusta stesura delle note, cioè saper dove guardare per saper dare la giusta valutazione ad ogni curva. Con le note  corrette puoi andare forte con soli due passaggi, altrimenti sei bravo solo nelle gare di casa! 

5-C'è una macchina del passato che rimpiangi di non aver potuto guidare? Perché?

A-una vettura che mi piacerebbe provare? Non ho mai avuto la possibilità di guidare una  GrB , vetture molto potenti ma allo stesso tempo pericolose.

6- Ormai da un po' è iniziata la tua avventura come esaminatore e istruttore di Rally Italia Talent, l'iniziativa che ha l'obiettivo di cercare e trovare nuovi talenti nel mondo rallystico. Come giudichi l'iniziativa e l'affluenza? Secondo te in Italia un giovane talento viene seguito e formato a dovere?

A- L’iniziativa di R.I.T.  è da condividere. Cercare nuovi piloti è un dovere di noi ex piloti; inoltre è un modo per poter conoscere altre persone unite dalla passione dell’automobilismo e rimanere nell’ambiente. Finora i giovani non sono stati aiutati fino in fondo , i costi sono molto alti, e in questi momenti tutto è più difficile rispetto al passato. Con l’iniziativa di ACI TEAM ITALIA qualcosa si sta facendo e un contributo lo sta dando anche RALLY ITALIA TALENT che dà l’opportunità ai talenti di mettersi in mostra.


7-Quale prova del Rally dell'Adriatico è per te la più bella e perché?
  
A- Tutte...

8-Qual'è stata la prima gara su terra a cui hai partecipato? Quali sono state le tue prime sensazioni alla guida di un auto su questo fondo?
A- La mia prima gara di rally è stata il rally di Mantova che ho disputato a bordo di una Peugeot 205 1.3 Rallie: è stata una gara dura, ero sempre di traverso e spesso nei fossi…   Il mio pensiero è che la a terra è la massima espressione per un pilota di rally,  provare per credere…
9-Per questa stagione 2015 hai progetti? Ti vedremo sfrecciare in qualche gara (magari un ritorno sulla terra marchigiana)?  


A- Non ho programmi gare per il 2015.   La mia prossima gara ,  da me tanto attesa, sarà la mia duecentesima. Per correre nell’automobilismo, a differenza del ciclismo in cui serve solo una bici e tanta voglia,   serve un team e un’auto da corsa…  di questi tempi è difficile trovarne una.


10-Cosa ti piace delle Marche e dei marchigiani? E' una regione in cui ti piacerebbe vivere?

A- Mi sono sempre piaciute le colline ed i tratti di prova veloci, il rally dell’adriatico ne è un esempio. Le Marche mi danno l’idea di un luogo più tranquillo e rilassante rispetto alla Lombardia in cui vivo…   A me piace il  “Relax” ...

Ringraziamo Andrea per il tempo che ci ha concesso nel rispondere alle nostre domande e gli auguriamo di poter tagliare il traguardo delle duecento gare molto presto...magari proprio sulle nostre speciali marchigiane con la terra che tanto gli piace. Noi come sempre saremo lì a fare il tifo.





Nessun commento:

Posta un commento